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Torino Pride. Idee e pensieri in marcia

di Athena Pesando

Oltre centomila persone sono scese tra le strade di Torino per partecipare al Torino Pride 2019, Over the borders. Una sfilata colorata e allegra, tantissimi giovani tra bandiere arcobaleno e musica, presenti anche figure di spicco e politici, tra cui il segretario del PD del Piemonte Paolo Furia e i rettori del Politecnico e dell’Università degli Studi di Torino. Una folla fatta di idee e sogni ha sfilato pacificamente per le strade della città. 

<Sono qui con lo stesso entusiasmo del primo Pride, che non ricordo neanche quando sia stato, ogni anno cerco di esserci perché lo vivo come uno spazio di libertà, di festa e di lotta per qualunque tipo di identità – dice Yassmina – Applico questi principi tutti i giorni nel mio lavoro di facilitatrice di processi di apprendimento, specialmente con i ragazzi. La soddisfazione più grande è vedere che ci siano così tanti giovani. Uguali diritti, spesso sento e leggo da molte persone “quando faremo una parata degli etero?” la risposta è: quando vedrete non riconosciuti i vostri diritti in quanto persone>.

<È una manifestazione la cui idea principale è quella di essere liberi, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, che spesso etichettato troppo. Penso sia una manifestazione del fatto che ormai in Italia, a Torino, ovunque tutti dobbiamo avere gli stessi diritti, e più siamo più testimonianza diamo – commenta Isabella – la cosa più urgenti a livello legislativo credo che sia il riconoscimento della genitorialità per le persone LGBT+ in tutte le sue forme>  aggiunge Giorgia <personalmente io, venendo da un paesino molto piccolo e chiuso, sono dell’idea che anche se oggi in Italia molti diritti siano stati raggiunti, se il Pride può aiutare anche solo una persona a farsi sentire meno sola già solo questa è una motivazione importante per esserci. Penso che non sarà più necessario manifestare quando l’uguaglianza sarà effettiva e non ci saranno più episodi di bullismo, omofobia, anche solo il classico “non sono omofobo ma certe cose è meglio che le facciano a casa loro” spesso in treno, essendo pendolare, sento un sacco di queste affermazioni tra la gente che parla>.<D’altro canto questa può essere una manifestazione anche intersezionale e per tutta la questione di genere, che prescinde dal proprio orientamento sessuale, ma è comunque legata alla sessualità e all’espressione identitaria, ci sono ancora troppe discriminazioni – dice ancora Isabella – già solo il fatto che in questa manifestazione uomini e donne si sentano tranquilli a stare in un ambiente in cui si possono vestire come vogliono ed esprimere le proprie emozioni senza dover fare i conti con gli stereotipi di genere penso che sia una cosa veramente positiva>

<Io penso che questa manifestazione sia importante perché è giusto non vergognarsi di ciò che si è e soprattutto bisogna essere qui per chi è meno fortunato, si pensi ai paesi dove è illegale essere omosessuali e si viene lapidati. In Italia può sembrare facile, però è giusto manifestare anche per chi un Pride non lo può neanche fare> queste le parole di Daniele, che è insieme a Irene <Sicuramente è urgente manifestare e far capire che le persone sono sempre persone, anche quando non rientrano in tutta una serie di canoni, soprattutto in questo ambiente politico di oggi è ancora più importante rimarcarlo>.

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