Cultura

Buon compleanno Italia!

di Umberto D’Ottavio

Il 17 marzo 1861 a Torino veniva proclamato il Regno d’Italia; dal 2012 con una apposita legge, questa data è diventata Giornata Nazionale dell’Unità d’Italia, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, “allo scopo di ricordare e promuovere, nell’ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica”.

Proprio in questi giorni i simboli del nostro Paese, inno e bandiera, hanno rappresentato l’identità nazionale.

Allora ricordiamo che Torino non è stata solo protagonista della proclamazione dell’Unità d’Italia, ma anche l’attuale Inno nazionale è stato musicato a Torino da Michele Novaro che ricevuto il testo del Mameli, trovò l’ispirazione per comporre le note che in questi giorni, come nel Risorgimento, hanno infuso coraggio e tensione positiva contro il nemico.

La storia, però, non è stata così lineare. La proclamazione del Regno d’Italia con Torino capitale non vedeva ancora facente parte della nazione, il Tri Veneto e tanto meno Roma. Così come il primo inno nazionale fu la Marcia Reale, mentre la bandiera era sì tricolore, ma al centro aveva lo scudo di casa Savoia.

L’Italia geografica e politica di oggi è figlia della tragedia della seconda guerra mondiale, mentre la bandiera è quella descritta nell’articolo 12 della Costituzione: “la bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”, mentre per l’inno il travaglio è stato ancora più complesso: dall’8 settembre 1943 al 12 ottobre del 1946 “La Canzone del Piave”, dal 12 ottobre  fino al 3 dicembre 2017 provvisorio “Il Canto degli Italiani” di Mameli e Novaro, poi, finalmente con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 4 dicembre 2017 della legge 181 è diventato inno nazionale.

Dell’Inno si usa cantare la prima strofa e il ritornello che tutti conosciamo, anche se andrebbe spiegato che la Vittoria che porge la chioma è quella dea che, come le schiave dell’epoca romana, era disposta a rinunciare ai suoi lunghi capelli per l’Italia.

In questi giorni è piaciuta molto e ha fatto il giro dei social anche la seconda strofa: Noi siamo da secoli/ Calpesti, derisi, /Perché non siam popolo,/Perché siam divisi./Raccolgaci un’unica/Bandiera, una speme;/Di fonderci insieme/Già l’ora suonò.

In tanti ci siamo ritrovati nella bandiera e nella speranza (speme), uniti per sconfiggere le difficoltà e dire grazie a chi lavora per il bene comune.

Oggi l’Italia compie 159 anni, l’anno prossimo sarà cifra tonda. In questo tempo ritroviamo quello spirito dei patrioti del Risorgimento e della Resistenza, per combattere uniti e fare “contro il nemico una barriera”.

W l’Italia

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