Cultura

Nuto Revelli: la libertà ha un valore immenso

di Davide Gorzegno e Davide Morra

Attraverso le parole di Nuto Revelli, senza ulteriori commenti, viviamo oggi questo 25 Aprile, anomalo per l’epidemia di COVID-19, con la consapevolezza che sia necessario fare memoria, ricordare i Caduti per Libertà e vigilare affinché le conquiste – pagate a duro prezzo dal sacrificio degli antifascisti – mai vengano meno.

Erano i giorni tra il 21 ed il 23 Luglio del 1942, quando gli alpini della divisione Tridentina partirono dalla stazione di Collegno per la “Campagna di Russia”, tra loro un sottotenente Nuto Revelli, un giovane ragazzo poco più che ventenne, che aveva studiato come geometra prima di frequentare l’accademia militare ed arruolarsi nel corpo degli Alpini, non si può certo sostenere che non fosse un giovane “brillante”!

«Alla vigilia della partenza, un numero inverosimile di grosse casse raggiunse a Collegno la stazione di caricamento. Contenevano ramponi, piccozze, corde per roccia, funicelle da valanga ed altre diavolerie, insomma tutta la vecchia attrezzatura dei reparti alpini»

Partì cosi la battaglia per la patria, quella suggestione data dalla propaganda fascista si dovette, come per migliaia di italiani, scontrare presto con la cruda realtà .

La guerra non era fonte di crescita per il paese, non offriva sviluppo per la società e libertà per le nuove generazioni, le promesse del Duce divenivano ogni giorno menzogne sempre più pesanti, gli “amici tedeschi” usavano i nostri giovani come scudo nella ritirata dal fronte.

molti nemici, molto onore” diceva il Duce, ma quale era l’onore nel lasciare le proprie famiglie sotto la dittatura per andare nella lontana Russia a morire soli?

Il ritorno dei pochi superstiti, nonostante negli ospedali ai militari si davano ordini di silenzio, erano viva testimonianza di una verità celata dalle parole e dagli slogan.

“Sì, si può dire che la mia scelta partigiana l’avevo in un certo senso maturata sul fronte russo” raccontò Nuto negli anni a venire.

Quali domande, quali sofferenze potevano invadere il cuore e la mente di Nuto, in quelle settimane di convalescenza, come razionalizzare?

 “Avevo una gran diffidenza nei confronti della politica: ci aveva fregato Mussolini, ci aveva fregato il re, e adesso?

Poi ho avuto la fortuna di incontrare Livio Bianco, anche Galimberti, ma Livio viveva con noi, lo incontravo spesso e piano piano ho capito che la politica era importante, così il 7 febbraio, a Valloriate, chiedevo a Livio di accogliermi nella banda “Italia Libera” (di Giustizia e Libertà). Livio Bianco mi dava garanzie di serietà, era per le cose ben fatte e io non volevo improvvisazioni, non avevo dimenticato i massacri del fronte russo e consideravo la vita di ogni uomo importante come la vita di tutta la banda. Con Livio riuscii finalmente a parlare, ma soprattutto lo ascoltavo parlare di Piero Gobetti, di Carlo Rosselli e scoprii un mondo.”

I molti mesi passati tra le montagne e le colline del cuneese, le canzoni ed i testi scritti in quelle notti attorno al fuoco con i compagni e le compagne partigiane hanno accompagnato una strada lastricata da centinaia di perdite di vite nella resistente fede di libertà, di giustizia e di equità sociale  

Il 25 Aprile festa della resistenza, dei partigiani e del paese liberato dall’oppressione “dell’uomo forte al comando”, è oggi una festa viva che suscita in noi speranza e nello stesso tempo ringraziamento a quelle migliaia di persone che hanno dato la vita per noi.
 

Nella sua vita molte volte fu chiesto a Nuto resoconto del suo passato fascista e lui rispondeva:

“Ah, la gioventù è una malattia dalla quale si guarisce presto!”, ma è davanti alla richiesta sul perché della sua scelta partigiana che ci donò questo messaggio sempre attuale:

“Volevo che i giovani sapessero, capissero, aprissero gli occhi. I giovani devono conoscere la società in cui vivono. Guai se i giovani di oggi dovessero crescere nell’ignoranza, come eravamo cresciuti noi della “generazione del Littorio”. Oggi la libertà li aiuta, li protegge. La libertà è un bene immenso, senza la libertà non si vive, si vegeta.”

La Festa Nazionale del 25 Aprile non è un laica liturgia delle Istituzioni Repubblicane, essa è il punto di partenza per comprendere a fondo la Costituzione che è stata scritta da quella generazione di donne e uomini – con ideali politici differenti – che seppero opporsi al fascismo.

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Un pensiero su “Nuto Revelli: la libertà ha un valore immenso

  • Maria Luisa Mattiuzzo

    Articolo profondo e condivisibile. La Liberazione continua!

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