PoliticaTorino

Cala il sipario su Chiara Appendino

di Ludovica Cioria

Chiara Appendino fa molto bene a non ricandidarsi a Sindaco di Torino perché, anche se non lo ammetterà mai, sa benissimo che la sua relazione di fiducia con la città si è frantumata molto tempo fa ed è totalmente irrecuperabile.


La tragedia di Piazza San Carlo, le Olimpiadi Invernali perse, la fuga del Salone dell’Automobile, il Teatro Regio in pezzi, il caos delle Anagrafi, sono queste (e non solo) molto più della vicenda giudiziaria le ragioni della sua scelta.


Alla figura del Sindaco i cittadini chiedono di condurre la città e di fare delle scelte, come ad ogni figura di guida si richiede. Troppe volte lei ha provato a svicolare di fronte a problemi critici, troppe volte non è stata chiara nelle decisioni, troppe volte ha lasciato che le responsabilità scivolassero su altri.


Non si è occupata delle “periferie” su cui ha basato la sua intera campagna elettorale, lasciando molte persone ancora più deluse ed arrabbiate di prima.


Chiara Appendino, la Sindaca della rivoluzione del nuovo governo dal basso, esce dalla scena a passo felpato, col sorriso e a bassa voce mentre il suo gruppo consiliare in parte si chiude nel silenzio di chi neanche ha la voglia di dispiacersi e in parte si lascia andare a vergognose esternazioni come il Presidente del Consiglio Comunale Versaci che dall’alto della sua carica manda tutti a fanculo.


Si chiude così un esperimento politico interessantissimo di cui è importante ricordarsi le premesse più che le conclusioni. Che lei non fosse in grado, i più esperti di noi l’hanno sempre detto e saputo, ma perché metà della città abbia invece pensato che fosse la persona giusta, è ancora una questione che in molti non vogliono analizzare né capire.
Non basterà fare o dire il contrario di ciò che ha fatto lei per convincere Torino.
Serve metterci il cuore, la testa e la visione. Senza rancori, senza polemiche, senza presunzione.

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