Musica e spettacolo

Ermal Meta tra musica e parole: il nuovo singolo, il tour e il ritorno in libreria

Ermal Meta attraversa una stagione creativa intensa e poliedrica, segnata dall’uscita del nuovo singolo Ferma gli orologi, dal ritorno in tour e dalla pubblicazione imminente del suo secondo romanzo Le camelie invernali. Una sequenza di appuntamenti che racconta l’artista nella sua doppia anima, musicale e letteraria, e che culminerà proprio a Torino, città che Meta considera misteriosa, affascinante e inspiegabilmente familiare.

L’energia di Torino ha fatto da sfondo sia al concerto al Teatro Colosseo del 30 Aprile sia alla presentazione del libro al Salone del Libro, il 18 maggio. In mezzo, l’impegno come conduttore al tradizionale evento romano del Primo Maggio, conferma di una presenza sempre più trasversale all’interno del panorama culturale italiano. Ferma gli orologi si presenta come una ballata intima e sospesa, dal sapore blues, costruita su un arrangiamento minimale che lascia spazio all’emozione pura. Non cerca la sorpresa, ma il respiro. Non è un brano che impone, piuttosto si insinua con delicatezza, un invito a rallentare, a custodire i momenti in cui ci si sente in pace con il mondo. È un ritorno alla semplicità, ma carico di significato.

Dal vivo, questo spirito si riflette nel concept del tour, pensato per essere essenziale e teatrale. Sul palco ci sono soltanto Meta e Davide Antonio Pio al pianoforte, ma l’assenza di una band al completo è compensata da una scenografia fatta di oggetti evocativi: valigie, specchi, abiti di scena. È un concerto che spoglia le canzoni, le riporta a una forma grezza e immediata, diversa dal vestito da sera degli arrangiamenti da studio. In questa cornice, Meta osa con tre brani inediti, non ancora registrati, presentati come una sorta di esperimento emotivo, affidando al pubblico la reazione più autentica, libera da aspettative. Una scelta che richiede coraggio e fiducia, soprattutto in un’epoca in cui si va ai concerti per cantare a memoria. Qui, invece, si ascolta. Si rimane nel presente.

Anche Le camelie invernali, il romanzo in uscita il 13 maggio, promette un tono malinconico e riflessivo, coerente con l’identità narrativa dell’autore. Il titolo evoca fragilità e resistenza, come a voler raccontare un’anima segnata, ma ancora capace di bellezza. Meta stesso parla spesso del suo essere un realista con uno sguardo disperatamente ottimista sul mondo. Un romanticismo in bilico, fatto di chiaroscuri, che si ritrova tanto nella musica quanto nelle parole scritte. Torino, con la sua aura enigmatica e la capacità di far sentire a casa chi sa perdersi, sembra essere il luogo ideale per questo momento della sua carriera: un punto di passaggio tra ciò che è stato e ciò che sta arrivando, tra palcoscenico e pagina, tra verità sussurrate e nuove scoperte.

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