Italia zona rossaRubrica di psicologia

DOPO L’EMERGENZA SARA’ IL PUNTO ZERO DELLA SPERANZA


di Chiara Lovera*

La “Speranza” è quella cosa piumata 

che si viene a posare sull’anima –  

Canta melodie senza parole-

e non smette – mai-

E la senti – dolcissima- nel vento- 

E dura dev’essere la tempesta –

capace di intimidire il piccolo uccello

che ha dato calore a tanti-

Io l’ho sentito nel paese più gelido-

e sui mari più alieni- 

Eppure mai , nemmeno allo stremo, 

ho chiesto una briciola- di me. 

Emily Dickinson

In questi giorni ho pensato a lungo al tema da presentare nel mio appuntamento con i lettori de La Voce della Dora e prima di proseguire vorrei esprimere la mia vicinanza come professionista e come essere umano a tutte le persone che hanno perso qualcuno in questi giorni, che stanno lottando per sconfiggere il virus,  che si sentono minacciate. A loro va il mio pensiero e il mio lavoro.  

In questi giorni imprevisti e preoccupanti molti di noi potrebbero sentirsi scoraggiati, senza speranza proprio perchè viviamo una situazione incerta e minacciosa. 

 La speranza ad alcuni in questo momento  può apparire impensabile e l’invito a cercare di coltivarla impossibile.

 Emily Dickinson la descrive come una cosa piumata ,  cioè, qualcosa di delicato, volatile e sfuggente ma che quando si posa sull’anima – quando ci appartiene – è  un canto interno che non si interrompe e ci permette di affrontare la tempesta.  Fragilità e resistenza sono gli elementi che Emily Dickinson accosta e queste sono le condizioni in cui coltivare questo sentimento. Di un sentire si tratta, non ancora di un comportamento, di una strategia per affrontare la realtà : quando in una situazione traumatica o irta di difficoltà riusciamo ad attuare delle strategie che trasformino il momento critico in un’opportunità parliamo di resilienza.

Il canto interno della speranza ci invita piuttosto alla pazienza nell’attesa di un cambiamento e alla fiducia che questo avverrà. Senza negare la realtà.

David Grossman ha detto in questi giorni che molte persone dopo questa emergenza non vorranno più tornare alla loro vita di prima e che le priorità di ciascuno cambieranno.

Questa emergenza sanitaria potrebbe rappresentare un ground zero – un livello zero da cui ripartire.  

La speranza che potremmo coltivare in noi è quella che questa esperienza traumatica – di dimensioni epocali e globali – oltre ai segni dovuti al dolore per le perdite, alla paura e all’evidenza delle mancanze strutturali per affrontare tutto ciò, possa lasciare una traccia dentro di noi – a livello individuale e collettivo –  fatta di una nuova consapevolezza e una nuova forza che ci sproni a riequilibrare il più possibile quanto di disfunzionale è in noi e nella società. 

Il dopo potrebbe essere l’occasione per ciascuno di noi di vivere le relazioni e la propria esistenza con autenticità appoggiati da una politica e da una società che si re- inventa più sostenibile e attenta ai suoi componenti. *psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva

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2 pensieri riguardo “DOPO L’EMERGENZA SARA’ IL PUNTO ZERO DELLA SPERANZA

  • Rachele Nobile

    Questo momento buio ci segnerà tutti per sempre improvvisamente sia gli adulti ma soprattutto i bambini stanno maturando in maniera esponenziale ne usciremo tutti più forti di prima. Grazie Chiara

    Rispondi

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