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Riflettere e agire, ricostruire il Pd. Insieme

di Gianluca Treccarichi, segretario Circolo Pd Collegno

I risultati elettorali delle ultime elezioni politiche ci devono spingere ad un’analisi che può essere fatta guardando i fatti concreti. Nonostante una campagna elettorale condotta con passione, il risultato elettorale è stato molto negativo. La sconfitta è stata netta e la percentuale di consensi ottenuta dal nostro partito lo dimostra.

Matteo Richetti, sostiene che <molto di positivo si è fatto in questi anni, ma nel frattempo il nostro Partito purtroppo ha perso il contatto con quegli elettori che nel 2014, con quel famoso 40 per cento, avevano visto, nelle nostre idee, la strada giusta per rispondere alle loro difficoltà quotidiane o avevano visto nelle nostre idee la visione giusta per il loro futuro>. Questo è un dato di fatto. Una fetta dei nostri elettori, il 4 marzo, ha deciso di vedere in altri partiti politici le figure giuste e le idee migliori a cui dare la loro fiducia.  E su questo dobbiamo riflettere. Non su di chi è la colpa, sono infatti convinto che una visione autoassolutoria in cui si decida arbitrariamente che la colpa della disfatta elettorale sia stata solo di Matteo Renzi sia non solo errata ma troppo semplice.

Sulla nostra sconfitta ha influito senza dubbio la crisi che sta vivendo la socialdemocrazia in tutta Europa, in tutto il Mondo. Nei grandi stravolgimenti mondiali che sono accaduti in questi ultimi dieci anni le destre sono riuscite a radicarsi sul territorio molto meglio dei movimenti progressisti di sinistra, perché hanno nel loro dna estremista risposte semplici di facile comprensione a problemi complessi. Molti cittadini partivano dall’assunto che un governo di destra li avrebbe fatti sentire più tranquilli, più sicuri. Non siamo stati capiti o non ci siamo spiegati bene? Forse entrambe le cose, ma anche da questo punto di vista necessiterà fare un po’ di autocritica sul modo in cui abbiamo comunicato i nostri traguardi.

Come forze di centro sinistra anche questa volta, ci siamo presentati divisi ed è indubbio che anche questo ha causato l’osmosi dei voti dei nostri elettori verso altri simboli. Infatti, le forze politiche a noi avverse, durante la campagna elettorale, non hanno perso occasione per rimarcare un difetto vecchio, proprio del centro sinistra: l’incapacità di stare unita, specialmente nei momenti di maggiore necessità.

Per il futuro dovremmo avere la capacità di ricordare gli errori che abbiamo commesso oggi, per evitare che questi si ripetano. A tutti coloro che appartengono al Partito Democratico spetta adesso il compito di ricompattarsi, di ripartire, senza puntare il dito verso nessuno. Non abbiamo bisogno di capri espiatori. Ciascuno si chieda cosa può fare per questo Partito e su cosa intende rimboccarsi le maniche. E’ infatti nei momenti di difficoltà che una squadra e quindi un partito deve avere la forza di compattarsi per superare le difficoltà. Queste ultime si potranno superare solo se, a mio avviso, si riprenderà a disegnare il futuro del nostro paese con l’aiuto dei valori che ci hanno sempre contraddistinto. Il nostro modo di fare politica tra la gente e per la gente è nostro e di nessun altro. Con questi nostri tratti essenziali dobbiamo tornare a familiarizzare, perché sono questi che caratterizzano il nostro modo di fare politica.

Queste elezioni sono state vinte da chi ha riempito la campagna elettorale di slogan e facili soluzioni a problemi complessi della nostra società. Penso che chi ritiene di aver vinto abbia il dovere di prendersi la responsabilità di governare ma contemporaneamente questo per noi non deve significare chiuderci  su noi stessi. Sarà nostro dovere fare un’opposizione costruttiva di ampie vedute che sappia, dove sarà necessario, ostacolare quel modo di fare politica contrario ai nostri principi, contrario ai nostri modi, contrario alle nostre idee. Sono convinto che l’intesa Lega-M5S alla fine si concretizzerà sul serio e credo che il nostro partito abbia fatto bene a non cedere alle lusinghe di quella parte dello scacchiere politico che per tutta la campagna elettorale, e non solo, ha inveito verso di noi dipingendoci come il male assoluto. E’ accaduto poi che proprio quella parte dello scacchiere politico sia venuto a chiederci responsabilità e peggio, si sia anche permesso di suggerirci quale doveva essere la strada migliore da percorrere per il bene del nostro Paese: non accettiamo questo genere di insegnamenti o lezioni da nessuno. Essenziali in questo lavoro di rinascita saranno la passione dei territori e nei circoli, come quella che vivo nel mio circolo composto da persone che dedicano il loro tempo e la loro vita all’ideale del partito Democratico. E’ da qui che dobbiamo ripartire, senza perdere la passione e la forza di immaginare una società migliore.

 

 

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Un pensiero su “Riflettere e agire, ricostruire il Pd. Insieme

  • Claudio Ferrari

    Caro Segretario,
    alcune tue considerazioni sono condivisibili e mi riferiscono all’impegno che alcuni, alcuni non tutti, hanno dato con passione al Partito e alla città.
    Non condivido come sai la visione politica della responsabilità sulla sconfitta elettorale.
    Vero, Renzi non è l’unico responsabile, ma certo è il più responsabile.
    Ha l’abitudine dell’io e intorno a se moltissimi ” servi muti” che, per interesse, non hanno neppure il coraggio di contraddirlo nelle scelte sbagliate e antisociali che in questi anni ha attuato.
    Voglio regalarti una riflessione: ad ottobre
    ci sarà la nuova ” leopolda” 19/20/21 -2018
    Sarà, come dice fortunatamente l’ex segretario ” la prova del nove” .
    Ma di cosa?
    La Direzione Nazionale che doveva esserci e che ancora chiediamo con forza, per la stessa chiarezza che anche tu richiami, invece non ci sarà, o almeno non si sa se ci sarà.
    La Democrazia è bilancere e tachimetro della strada da percorrere.
    Un caro saluto.
    Claudio Ferrari.

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