Italia zona rossa

Scrivi un racconto 5/6/7 Nessuno si salva da solo

5 Nessuno si salva da solo

Il governo sta gradualmente restringendo sempre di più le cose che si possono fare in questa fase di quarantena nazionale da #conoravirus e secondo me sottovalutare le conseguenze psicologiche di queste misure sarebbe un errore enorme.

Di fatto stiamo chiedendo alle persone, dall’oggi al domani quasi, di porsi in una condizione molto più simile agli arresti domiciliari che all’isolamento. I carichi di lavoro diminuiranno sempre di più, chi non va a scuola da settimane vedrà aumentare il senso di smarrimento, non è possibile disporre liberamente del proprio tempo poichè molte attività sono vietate, non è possibile sfogare lo stress poichè gran parte dell’esercizio fisico è impraticabile, non è facile ritagliarsi momenti di solitudine se si vive in famiglia oppure momenti di compagnia se si vive da soli. Tutto questo avrà un effetto molto forte sulla stabilità psicologica delle persone per centinaia di motivi.

La gravità della situazione è sempre più evidente ma, che ci piaccia o no, la nostra salvezza dipende dallo sforzo di tutti.Molti di noi sono portati, per paura o preoccupazione o rigorismo logico, a richiedere misure estreme e a sfogare rabbia e frustrazione nei confronti di chi non le rispetta.Tuttavia la verità è che l’isolamento è lungo ed è necessario impiegare bene le proprie risorse psicologiche. Per questo invece di darsi addosso come bestie, sarebbe più utile provare a starsi vicino con un po’ di comprensione, compassione, empatia e spirito collaborativo. Smettiamo di dire “che ci vuole a stare a casa?”, perchè la verità è che non è facile. Smettiamo di dire “vabbè ma tu stai lavorando e almeno esci”, perchè la verità è che magari andare a lavorare fa paura perchè ci espone a rischi. Proviamo più spesso a dire “come stai?” ma per davvero, non per verificare se la risposta dell’altro conferma la nostra idea della situazione. Hai paura? è legittimo. Sei arrabbiato? è legittimo. Sei stanco? è legittimo Sei triste? è legittimo. Proviamo a capire se possiamo fare qualcosa per l’altro o condividere qualche metodo che abbiamo sperimentato… e se proprio non possiamo fare niente per aiutarlo, bè, anche l’ascolto è importante.Certo è che insultandoci, giudicandoci, innervosendoci, possiamo solo spingerci reciprocamente verso il baratro.Non illudetevi che il pugno di ferro risolva le cose. Chi fa un lavoro collettivo lo sa che il miglior modo per farsi ascoltare è collaborare, molto più che comandare. E’ tutto nelle nostre mani perchè tanto alla fine, nessuno si salva da solo.

Ludovica Cioria

6 Siamo fortunati.

Quando è stata individuata la provincia di Asti come zona rossa eravamo come al solito al fine settimana, a casa nostra , a Portacomaro.Che fare? Ritornare a Grugliasco dove abitiamo? Ma non avremmo più potuto tornare in Campagna fino al 3 aprile! Proprio adesso che si portano cespugli e alberi e si fa l’orto. Non rivedere la nostra famiglia che abita nella nostra grande casa, la nostra cagnolina Laika, detta Laikita e il nostro gatto Amarillo (Giallo) detto Mario!
Impossibile infliggerci questo ulteriore castigo.
Stiamo qui.Seminiamo i piselli, un po’ di patate, insalate varie.Si lo sappiamo che è troppo presto e che questo bel tempo inganna, ma fare l’orto è la cura più confortevole che esista.
Poi abbiamo una buona connessione, tanti amici su tante chat e su facebook.
Leggiamo molto e scriviamo molto.
Andiamo a salutare – da due metri o tre -tutte le nostre vecchiette nelle case vicine e portami dei manicaretti e dei generi di conforto.
Pensiamo ai nostri amici. Telefoniamo e scriviamo.
Mi preoccupo tanto per i miei carissimi amici e amiche dirigenti scolastici. In trincea nelle loro scuole, con enormi problemi inediti e anche irrisolvibili.
Che esperienza gli tocca! Spero che tutti voi che leggete possiate mandare loro qualche segnale di solidarietà.
Certo ben più straordinari sono i medici e il personale in questi tempi così difficili.tutti i ringraziamenti possibili ,riconoscenza e gratitudine.

Gabriella Mortarotto

7 Il mio nemico è invisibile

Quando I miei Nonni mi raccontavano della Guerra.
Di questi scenari inverosimili,così lontani dal mio mondo.
Un mondo in piena ripresa economica un mondo dove si annunciava lavoro e prosperità dove tutto era da costruire. Simile alla felicità.
I loro racconti con occhi lucidi talvolta con le lacrime agli occhi descrivecano la PAURA.
Questa Paura si chiamava GUERRA.
Oggi anch’io conosco la Paura la vedo negli occhi di mia madre,di mio fratello ne parlo con i miei amici, la vedo al supermercato la Paura è in ogni persona che incontro.
La differenza è che i miei Nonni avevano la possibilità di guardare il nemico negli occhi.
IL MIO NEMICO È INVISIBILE

G. Schifone

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