Lucio Corsi accende Musicastelle 2025 con un concerto tra sogno leggero e poesia pop
A Saint-Nicolas il pomeriggio brucia di sole e attesa, ma è la musica a prendere presto il sopravvento. Con il suo stile inconfondibile, tra vintage e surreale, Lucio Corsi inaugura la nuova edizione di Musicastelle con un concerto che è insieme rito collettivo e viaggio personale, capace di tenere unito un pubblico variegato e partecipe. L’atmosfera è quella di una festa gentile, fuori dal tempo, come se tra i prati della Val d’Aosta si fosse aperta una parentesi onirica.

Corsi porta in scena il proprio mondo: visionario ma sincero, immaginifico ma mai distante. La scaletta abbraccia l’intero arco della sua produzione, muovendosi tra i brani più noti e quelli più intimi. C’è spazio per la nostalgia e per l’ironia, per l’osservazione surreale della realtà e per il racconto poetico del quotidiano. Il pubblico lo segue con attenzione e affetto, accogliendo ogni canzone come un piccolo frammento di qualcosa di più grande: una narrazione che si costruisce con suoni, parole e dettagli.

L’energia è contagiosa, e non mancano momenti fuori copione: Corsi che si lancia tra il pubblico fin dai primi minuti, la pioggia che accenna appena a cadere, lasciando subito il posto a un cielo limpido, e quel piccolo flash mob casalingo con decine di disegni di paperelle alzati in aria durante “Francis Delacroix”. Tutto avviene con leggerezza, senza sforzo apparente, come se il concerto fosse semplicemente accaduto, senza bisogno di costruzioni sceniche o effetti speciali.

Tra un passaggio di chitarra e l’altro, tra le note di un’armonica e un assolo al pianoforte, si delinea una forma di racconto musicale che riesce a essere autentica e trasognata allo stesso tempo. Anche le battute sussurrate fuori tempo, diventano parte integrante di un concerto che sembra vivere nel presente, senza ansia di prestazione o urgenza di stupire.
Quando arriva “Volevo essere un duro”, l’aria si scalda di nuovo: è il momento corale, quello che tutti attendevano, che coinvolge anche chi magari è lì per caso. Ma proprio in questo si rivela la forza dell’artista: la capacità di far sentire tutti parte di un piccolo rito collettivo, dove la musica non è solo spettacolo, ma condivisione.

Lucio Corsi apre Musicastelle 2025 nel segno della delicatezza, mescolando sogno e concretezza, con un concerto che non alza mai la voce ma lascia il segno. E se qualcuno tornerà a casa con in testa un nuovo brano da cercare o una storia da ricordare, allora forse il senso di tutto era già lì, tra il prato, le note e il sole che non voleva andarsene.
