Rubrica di psicologia

La vita quotidiana tra scorciatoie ed errori


di Chiara Lovera – Psicologa e  Psicoterapeuta dell’età evolutiva

La vita quotidiana è costellata di scelte che spesso occorre prendere velocemente.

Per riuscire a prendere decisioni risparmiando tempo e senza una grande fatica la mente utilizza delle scorciatoie cognitive non immuni da errori e che alla lunga possono alimentare valutazioni errate della realtà come i pregiudizi.

 Si tratta di errori cognitivi, i bias cognitivi.

Bias è una parola inglese che deriva a sua volta dal francese – e prima ancora dal latino e dal greco-  che significa obliquo, inclinato. Inizialmente questo termine era utilizzato nel gioco delle bocce per indicare i tiri storti che portavano a conseguenze negative, in seguito fu invece tradotto come pregiudizio: cioè un giudizio non fondato sull’esperienza diretta.

Vediamo alcuni fra i bias più comuni.

Tutti noi cerchiamo di allontanarci dalla dissonanza cognitiva, cioè tendiamo ad evitare individui o gruppi che ci fanno sentire a disagio, preferiamo la conferma dei nostri punti di vista piuttosto che metterli in discussione. In modo simile tendiamo a sopravvalutare le capacità e il valore del nostro gruppo di appartenenza, attribuendo i successi alle sue capacità e gli insuccessi ad eventi esterni non controllabili.

Un altro errore cognitivo che compiamo è quello di credere che la maggior parte delle persone  la pensi come noi e che  sia d’accordo con noi, si tratta del bias di proiezione .

Il bias di negatività ci porta invece a considerare maggiormente gli elementi negativi di una prestazione e ad attribuir loro maggiore importanza sottovalutando così i successi e le competenze acquisite.

Al contrario il bias dell’ottimismo mostra la nostra tendenza a fare delle previsioni sul nostro futuro più ottimiste che realiste e il dato interessante è che questo riguarda indifferentemente uomini e donne, giovani e anziani, ricchi o poveri.

Quando dobbiamo affrontare un cambiamento potremmo commettere l’errore di valutare la situazione che dovremmo modificare come la migliore possibile e la più sicura, pensiamo infatti che l’alternativa non potrà che peggiorare le cose.

Il bias del pavone  è possibile osservarlo sui social, per esempio: presentiamo, più spesso, i nostri successi o gli eventi positivi che ci riguardano  come se la nostra vita fosse una vita ideale.

Quante volte se, per esempio, abbiamo appena comprato una macchina rossa notiamo per la strada un numero elevato di auto rosse? Si tratta dell’illusione di frequenza che ci porta a sovrastimare la frequenza di informazioni che ci riguardano.

Esiste poi il bias del presente che riguarda la capacità di prevenzione rispetto al futuro: questo errore ci porta a prendere decisioni  che ci consentano una gratificazione immediata. E’ facile immaginare come questo errore cognitivo possa influenzare i nostri comportamenti in ambito economico legati alla capacità di risparmiare e in ambito professionale o in ambito alimentare e ambientale.

Infine esistono il bias dell’omissione e il bias dell’azione l’uno il contrario dell’altro: nel primo caso siamo portati a non agire e nel secondo ad agire pur sapendo di correre un rischio.

Gli studi che esaminano i bias cognitivi all’interno dei processi decisionali  riguardano gli ambiti più svariati dall’alimentazione all’economia,  al gioco d’azzardo ed infine alla salute mentale.

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