CronachePolitica

Dal Lingotto per ripartire: attenzione ai binari morti

di Mimmo Carretta
Segretario Metropolitano Partito Democratico
Proprio oggi ci troviamo in uno dei punti più nevralgici e significativi della straordinaria trasformazione che ha interessato la nostra città nell’ultimo quarto di secolo e che ora rischia di imboccare un binario morto. Questo è un luogo paradigmatico oggi come allora, un testimone silenzioso ma mai reticente, che senza dire ci racconta e ci ricorda che noi una idea di futuro ce l’abbiamo avuta e continuiamo ad avercela.
La grande forza del Pd ha i volti di tutti voi, amministratori del territorio. Il vostro lavoro rafforza il partito e gli conferisce credibilità: siete l’anello di congiunzione più saldo tra le parole e i fatti. Non stupisce dunque che per Appendino la formula non valga.
“Usare l’amministrazione come strumento di consenso elettorale è una cosa che rigetto”: sono parole sue, della sindaca. Appendino è consapevole che, come la collega Raggi, ad oggi non ha davvero nulla di cui vantarsi e tanto meno ne avrebbe da offrire al Movimento per una propaganda di merito e non solamente di slogan.
L’altra sera l’aspirante premier Di Maio, da Vespa, gonfiava il petto vagheggiando di una Italia a cinque stelle che tornerà a investire in barba ai vincoli europei, per dare impulso ai consumi, aumentare il gettito e ripagare il debito. Prospettava, tronfio, di gettare il cuore oltre l’ostacolo come farebbe un imprenditore di razza, altro che – cito testualmente – “quelli che c’erano prima”. Eppure a Torino, come mai prima d’ora, il debito si paga con il gratta e vinci delle multe automobilistiche e con la lotteria dei supermercati e i loro oneri di urbanizzazione. D’investimenti, veri, non se parla, la cultura si fa in casa (e in casa resta), i rari progetti infrastrutturali sono poco più di un male necessario e chi dovrebbe occuparsi della politica delle entrate recita a soggetto.
Quale buon viatico dunque la sindaca Appendino potrebbe mettere nelle mani dei suoi che volessero usare l’amministrazione del territorio come esempio virtuoso del saper fare a cinquestelle? Nessuno. Ecco perché si comporta come la volpe presuntuosa di Esopo.
Non è lo stesso per voi, per tutti noi che invece di ogni esperienza amministrativa sappiamo fare occasione. Vi siete testati ogni giorno, senza temere che si misuri il sapore dei nostri frutti e senza nasconderci di fronte agli errori, ma da essi cercando di imparare e di ripartire. Il caso Torino ne è un esempio.
Insieme abbiamo l’intelligenza e la forza per dare al Paese una politica incisiva e una guida sicura. Siamo una forza da cui l’Italia non può prescindere. Usiamo tutta la nostra determinazione e il Paese ci sosterrà e ci rinnoverà la fiducia il prossimo 4 marzo.
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