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Un mondo migliore dopo il COVID 19?

di Antonio Errichiello*

Vorrei qui esprimere a tutti i lettori de La Voce della Dora un pensiero di positività, pur nell’ansia e nelle apprensioni che tormentano l’animo di tutti noi, in questa emergenza sanitaria e sempre di più socio-economica, che ci sembra assurda e senza senso e ci fa un po’ tremare la terra sotto i piedi.

Ci toglie improvvisamente quelle certezze, che il tempo vissuto aveva dato ad  ognuno di noi, seppure in modo differenziato a livello individuale.

Ci sentivamo sicuri, forti e invincibili e non pensavamo minimamente che un virus, fra tanti, avrebbe capovolto improvvisamente tutto questo, in ogni angolo del pianeta.

Ebbene, qui sta il senso della difficile prova che siamo chiamati a superare per la prima volta, ognuno nel suo intimo per se stessi e tutti in insieme per il senso di comunità: diversamente si perde!

Il concetto non è nuovo ma, purtroppo, l’invincibilità che ognuno pensava di avere, ci ha reso tutti un po’ individualisti.

E’ arrivato il tempo di cambiare: dove l’onestà, la trasparenza, la competenza, l’inclusione, il rispetto degli altri, il senso di comunità e del bene comune, devono prendere il sopravvento sui vecchi valori e occupare il centro del palco dove noi tutti insieme siamo gli attori!

Qui la mia nota positiva che spero vi contagi al massimo, perché questo è un “contagio” che guarisce!

Non ho dubbi che questa prova severa e inattesa abbia inciso su tutti noi e innescato anche salutari riflessioni, a tutti  i livelli della nostra società.

L’evoluzione positiva che mi immagino e che ci dobbiamo prodigare perché avvenga, col concorso di tutti, è che costruiremo un mondo migliore, con le giuste priorità e con lo sguardo non rivolto all’ombelico ma che spazi nel futuro, nostro e soprattutto di chi verrà dopo di noi, costruendo nuove solidità e nuove visioni.

La ripresa, appena si abbasseranno i livelli di emergenza sanitaria, sarà difficile e dovremo rapidamente abituarci a nuove modalità di vita, negli spostamenti e nel modo di rapportarci agli altri….con i dovuti distanziamenti e protezioni che ci verranno indicate; e oltre a questo dovremo confrontarci con una realtà diversa verso la quale noi dobbiamo fare la nostra parte in positivo e pensare che anche “la nostra goccia” è importante, come quella di tutti gli altri.

Altrettanto importante sarebbe passare dall’io al noi, lasciandoci alle spalle tutti gli egoismi di quello che ormai va considerato il passato!

Dovremo mettere in pratica le cose buone che  abbiamo imparato in questo periodo, sia a livello individuale che a livello comunitario e del mondo della politica e del lavoro.

Le imprese, con i provvedimenti che lo Stato ha messo in campo, devono trovare l’energia per ripartire e farlo nel modo più positivo possibile cercando ossessivamente l’applicazione di quegli elementi di innovazione che ci permetteranno di meglio competere nel nuovo scenario che si configurerà dopo il Covid-19; quindi, quei processi che si sono arrestati o non erano mai partiti, come i processi di lean company, digitalizzazione, di innovazione a tutto campo  e riduzione dei costi devono assolutamente ripartire ed essere portati avanti con estrema convinzione, condivisione e continuità, per creare il circolo virtuoso in grado di rendere disponibili nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani e quindi nuovo e sano benessere per la nostra società.

Se questo verrà fatto in una nuova ottica, che è anche quella di uscire dal “tipico isolamento imprenditoriale delle PMI” e aprirsi di più alle relazioni trasversali e al “gioco di squadra” territoriale certamente e quindi italiano, tutto questo potrebbe nel tempo a venire generare un altro “miracolo italiano” come è accaduto nell’ultimo dopoguerra.

Se oggi tutti noi riusciamo a pensare questo vuol dire che lo possiamo fare!

*Presidente CDT Club Dirigenti Tecnici- Unione industriale Torino

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