Lavoro

Secondo il PD di Collegno, l’Italia deve fare di più per i giovani

di Chiara Barison

Guarda al futuro l’incontro, ovviamente in diretta Facebook, che ha visto coinvolti alcuni esponenti del Partito Democratico collegnese con ospite il senatore ed economista Tommaso Nannicini. Sulla pagina SpazioApertoPDTorino sono intervenuti il sindaco Francesco Casciano, l’assessore Matteo Cavallone, la Segretaria del circolo PD di Collegno Silvia Ala e la capogruppo PD Giovanna Scarlata.

Tutti insieme per discutere di un tema divenuto ancora più spinoso a causa del blocco dovuto all’emergenza sanitaria: l’occupazione giovanile e l’esodo verso l’estero.

“Parlare di giovani significa parlare di futuro” esordisce Silvia Ala, Segretaria del circolo PD di Collegno.

La carenza di giovani in Italia e nel resto d’Europa si riflette sulla loro scarsa rappresentazione nelle istituzioni che, a sua volta, incide sulla natura delle politiche a favore della fascia di età che va dai 15 ai 34 anni.

I giovani di oggi devono sbrogliare una matassa che non ha precedenti storici e che le vecchie generazioni non sanno come gestire: una su tutti è la questione ambientale. Gli under 34 si fanno portatori di un nuovo stile di vita votato al rispetto della natura, ma vengono capiti poco da chi governa. La loro sensibilità sulle sorti della Terra e dei suoi abitanti spesso non coincide con le priorità dei leader mondiali.

“L’età media in Italia è piuttosto alta: 45.7 anni medi secondo i dati ISTAT” ricorda Silvia Ala, “sicuramente coincide con un’aspettativa di vita più alta”. Viviamo di più e viviamo meglio, ma non è tutto oro ciò che luccica. “I giovani sono molto più formati delle generazioni precedenti ma si scontrano con le difficoltà delle economie nazionali” puntualizza Ala.

E sono sempre di più i giovani che prediligono l’estero nella ricerca del lavoro, “ma non perché guadagnino necessariamente di più, ma soprattutto perché vengono valorizzate le loro competenze. C’è qualcuno che legge il tuo curriculum ed è interessato alla tua formazione specifica” precisa Tommaso Nannicini.

Nel nostro Paese è sempre più evidente il disallineamento tra l’offerta lavorativa, improntata sulla ricerca di manodopera, e la formazione giovanile. Permane uno svantaggioso scollamento tra l’insegnamento scolastico e le vere necessità d’impiego nel mondo del lavoro.

“Bisogna pensare al cambiamento” prosegue Nannicini, “ma non esistono riforme a costo zero”.

L’istruzione di un singolo cittadino, dall’asilo alla laurea, costa circa 100.000 euro. Un investimento enorme che rischia di andare perduto nel momento in cui la forza lavoro decide di riversarsi sui mercati esteri.  

“Il problema principale consiste nell’assenza di mobilità verso l’Italia, soprattutto nell’ambito della ricerca” precisa Nannicini. Il senatore ha vissuto e lavorato all’estero per 6 anni, tra Spagna e Stati Uniti d’America, e conosce bene le dinamiche del mondo della ricerca. “È positivo che i ricercatori italiani perfezionino le proprie competenze all’estero, però dopo devono poter tornare trovando le stesse condizioni lavorative. Questo purtroppo non si verifica e, in più, i ricercatori stranieri non s’interessano all’Italia” aggiunge il senatore PD.

La ricerca è internazionale in modo unilaterale: si esce dall’Italia e tendenzialmente non si torna più.

Questo non esclude enormi sacrifici da parte dei giovani che decidono di lasciare l’Italia per un futuro migliore. La capogruppo PD Giovanna Scarlata fa presente che “per i giovani collegnesi all’estero ciò che manca di più sono gli affetti e il contatto con la città di provenienza”.

Dei 250.000 giovani italiani emigrati all’estero, 2.500 sono di Collegno ed è proprio da loro “che è nata l’idea di istituire un registro volontario per tenere conto dei giovani che vivono all’estero ma non hanno cambiato residenza” prosegue Scarlata, “l’obiettivo è di tenerli aggiornati sulle opportunità lavorative che possono emergere sul territorio e, perché no, favorire il loro rientro in Italia”.

Molto spesso il mondo lavorativo italiano è caratterizzato da sacche di sfruttamento insostenibili: “Bisogna lavorare sul rispetto dei diritti per favorire l’emersione del sommerso” afferma Nannicini, “l’assunzione dei giovani s’incentiva garantendo alle imprese decontribuzioni per almeno tre anni. Assumere i giovani deve essere un affare”.

Attualmente, ogni nuovo nato in Italia porta sulle proprie spalle un debito che ammonta a circa 40.000 euro. Il sindaco Casciano fa presente che “Collegno ha solo 146 euro di debito per abitante. La nostra città è dinamica perché  non deve pagare tanti mutui annuali e ha la possibilità di usare le risorse per questa generazione”.“L’esodo dei giovani è positivo nella misura in cui è volontario e contribuisce alla globalizzazione. Io sono padre di tre figli e posso assicurare che per un italiano medio mantenerli è molto complicato perché non ci sono i supporti adeguati. Il Progetto Giovani che Collegno porta avanti da anni deve avere un riscontro anche a livello nazionale” conclude Casciano

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