Rubrica di psicologia

La salute psicologica è un diritto


di Chiara Lovera*

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”

Art.32 Titolo II Costituzione

A pochi giorni di distanza dalla Festa della Repubblica credo sia necessario fermarsi un momento a riflettere sullo stato dell’arte; la Costituzione italiana riconosce la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività – la salute è un bene comune, la pandemia ha evidenziato drammaticamente questo aspetto, siamo tutti a rischio – e garantisce cure gratuite agli indigenti.

E’ riconosciuto che parlando di salute –  sembra quasi superfluo sottolinearlo – intendiamo un concetto che si compone di dimensioni diverse tra cui quella psicologica.

Il decreto rilancio previsto dal Governo per affrontare le ripercussioni economiche legate a questo difficile momento storico sta ricevendo molte critiche perchè non ha tenuto conto di alcune professioni tra cui quella degli psicologi.

La legge Lorenzin (3/2018) annovera tra le professioni sanitarie anche quella degli psicologi.

L’emergenza sanitaria è stata per molti un evento traumatico e certamente lo è stato a livello collettivo.

Sono emersi nuovi bisogni e si sono aggravate situazioni già complesse prima dell’emergenza.

Adesso è necessario che lo Stato agisca concretamente per sostenere la tutela della salute psicologica potenziando il Sistema Nazionale Sanitario, varando misure economiche che, da un lato, incentivino i cittadini ad accostarsi all’aiuto psicologico e, dall’altro, lo sostengano creando l’opportunità economica per iniziare o proseguire percorsi d’aiuto.

Stiamo attraversando una fase che chiede al nostro sistema individuale e sociale di inventare una nuova normalità e nuovi significati: alla base di questo lavoro è necessaria la consapevolezza psicologica per garantirne la solidità.

Gli incentivi necessari ai cittadini non sono esclusivamente di natura economica ma anche culturale.

E’ ancora presente un pregiudizio verso chi si rivolge allo psicologo o allo psicoterapeuta. Il lavoro psicologico è ancora visto come qualcosa da tenere nascosto, di cui vergognarsi.

E’ ancora accesa la paura dello stigma e dell’etichetta.

 E’, inoltre, necessario che il Governo assuma un’ottica di prevenzione rispetto alla salute psicologica e non soltanto di riduzione del danno, qualcosa di analogo a quanto accade in ambito edile: per evitare il dissesto idrogeologico – potremmo parlare di dissesto psicologico, per quanto ci riguarda –  occorre realizzare edifici e infrastrutture con  materiali di qualità capaci di resistere all’usura e agli eventi naturali catastrofici.

Investire meglio per intervenire meno dopo, per così dire.

*Psicologa e Psicoterapeuta dell’età evolutiva

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