Zona Ovest

Il Governo Draghi e la zona ad Ovest di Torino

di Umberto D’Ottavio

Con l’insediamento ufficiale del nuovo Governo comincia l’era Draghi e sono chiari a tutti i compiti più importanti che avrà di fronte: innanzitutto la lotta alla pandemia e in parallelo la definizione del Recovery Plan.

La discussione non si annuncia affatto tranquilla, troppo diverse sono le aspettative politiche ed economiche che si confronteranno e sarà una vera impresa per il Presidente del Consiglio fare opera di mediazione. Anche se 209 miliardi sono tanti, potrebbero diventare pochi per accontentare tutti!

Che cosa potrà portare questa occasione irripetibile nella Zona Ovest di Torino?

Nelle proposte avanzate dalla Città Metropolitana di Torino, ci sono richieste per un miliardo e 600 milioni di euro, una cifra stratosferica, ma motivata. Si parla del rifacimento di tutte le scuole con criteri “smart”, ovviamente molta viabilità, alcuni progetti specifici, nessuno in zona ovest.

Se ne deduce che se la Zona Ovest intende proporsi per partecipare alla grande corsa del Recovery Plan si deve organizzare, ma, a ben vedere, lo strumento esiste già ed è il PATTO TERRITORIALE e la sua società Zona Ovest srl.

Forse bisogna ripartire da quello spirito che dal 1999 ha consentito di portare in Zona Ovest molti milioni di euro al servizio delle imprese e del territorio. Il Patto Territoriale della Zona Ovest è l’unico rimasto di quella stagione che ha visto in Italia la capacità di produrre proposte e progetti di territorio. E’ rimasto l’unico perché i Comuni di questa zona (11) hanno imparato che insieme si ottiene di più, non a caso comuni come Rosta, San Gillio, Buttigliera, Druento sono stati grandi sostenitori del Patto.

Il documento sottoscritto ad Alpignano nel gennaio del 1999 rappresenta un punto di riferimento per le modalità di elaborazione e per la qualità dei sottoscrittori, per chi vuole approfondire lo si può rintracciare all’indirizzo http://www.zonaovest.to.it/documenti/da_pagine/protocoll.pdf ne consiglio la lettura o anche una scorsa veloce ai nuovi amministratori, sindaci, assessori e consiglieri comunali. Troveranno una analisi che, per metodo e contenuti, può tornare ad ispirare l’azione politica e amministrativa di questo territorio.

Allora andava di moda il concetto di marketing territoriale, che conteneva in sé l’aspirazione di mettere in evidenza i motivi di attrazione che facevano la forza positiva di una realtà. E’ un concetto che va ripreso per il dopo pandemia, con i nuovi paradigmi che saranno al centro del Recovery Plan. Prima di tutto le transizioni ecologiche e digitali che fanno della formazione e dell’istruzione le precondizioni per mantenere e sviluppare l’attrazione di un territorio.

Per tutto questo sarà importante leggere con attenzione i passaggi formali ed informali che porteranno all’approvazione dei documenti ufficiali del Recovery Plan e del NEXT GENERATION EU che l’Italia porterà in Europa, attrezzarsi come Zona Ovest con un investimento che rilanci il Patto Territoriale, inserire i grandi progetti che già sono in fase di attuazione come il Polo Scientifico Universitario di Grugliasco, l’allungamento della Metropolitana verso Rivoli, il rilancio del Museo di Arte Contemporanea e della Reggia di Venaria, il parco della Mandria e il parco della Dora, la diffusione dei servizi alla persona, dagli asili nido all’assistenza domiciliare come cornice di un quadro che può vedere il nostro territorio capace di attrarre nuove risorse per il lavoro e la qualità della vita.

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