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La destra all’attacco del diritto all’aborto

Con una delibera presentata da Fratelli d’Italia e approvata lo scorso 10 ottobre, è stato compiuto il primo passo verso l’istituzione del “Fondo Vita Nascente”: la Regione Piemonte stanzierà 460mila euro per finanziare tutte quelle associazioni che, si legge nel comunicato,
“promuovono il valore sociale della maternità” e la “tutela della vita nascente”. Tradotto: Cirio e i suoi alleati di estrema destra intendono destinare soldi pubblici ad associazioni no-choice e anti-abortiste, con cui la destra e, in particolare, l’Assessore Marrone, in quota FDI,
sono da tempo legati.

L’obiettivo della proposta è quello di offrire sostegno economico e finanziario alle donne che intendano abortire, utilizzando la leva economica per dissuaderle dall’accedere a procedure di IVG, promettendo loro aiuto per le spese vive legate alla crescita e all’istruzione
del nascituro.

Se i promotori rivendicano la bontà della proposta, durissima è stata la reazione della società civile: l’associazione Più di 194 voci l’ha definita “una mancetta patriarcale erogata con il finanziamento pubblico”, mentre Federica De Martino, coordinatrice di “IVG – Ho abortito e sto benissimo”, ha sottolineato come questa soluzione sia del tutto inefficace e come le donne non siano “merce di scambio barattabile con cifre irrisorie e pressioni sociali nei luoghi che dovrebbero essere laici e pubblici”.

E ciò è confermato anche dai dati a disposizione: nonostante le statistiche difficili da reperire e sempre meno aggiornate, in Piemonte si contano pochi aborti (un calo di quasi il 10% rispetto al periodo pre-pandemia) e generalmente si tratta di donne over 30 e occupate. Il
Consigliere Comunale Silvio Viale, che dirige il centro IVG dell’Ospedale Sant’Anna, su La Stampa, certifica questi dati, sottolineando come la narrazione portata avanti dalla destra non corrisponda alla realtà dei reparti ospedalieri e consultori.
La politica non è rimasta indifferente di fronte a questo colpo di mano dell’estrema destra piemontese.
Daniele Valle e Chiara Gribaudo, del Partito Democratico, insieme al Consigliere Regionale Diego Sarno, hanno sottolineato come l’obiettivo della destra sia quello di svuotare il contenuto della legge 194/78, mettendo in atto una subdola pressione psicologica sulle donne che intendono accedere ad IVG. Il Movimento 5 Stelle, tramite la consigliera Di Sabato, ha espresso la sua contrarietà alla proposta, definendola “una pagina nera per la Regione Piemonte”. Si è unito al coro delle voci contrarie anche il comitato torinese di Possibile, che
si è espresso con forza contro questa delibera. “Nel Piemonte guidato dalla destra comincia lo smantellamento dei diritti delle donne, il cui corpo è da sempre campo di battaglia politico”, dichiarano le attiviste e gli attivisti del partito fondato da Pippo Civati, che hanno le
idee chiare su ciò che bisogna fare per difendere la legge sull’aborto: trasparenza sulle informazioni relative a procedure di IVG e presenza di medici obiettori sul territorio, impegno delle ASL a garantire almeno il 60% di medici non obiettori, deospedalizzazione per
IVG farmaceutico, divieto di fondi a favore di associazioni no-choice e divieto di
assembramenti fuori da consultori e ospedali, rifinanziamento dei consultori, anche in
un’ottica di prevenzione ed educazione sessuale nelle scuole.

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