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#FridaysForFuture: il movimento di Greta per salvare l’ambiente arriva anche nel torinese

di Athena Pesando, foto di Davide Michelini

“FridaysForFuture” è il nome del movimento ispirato dalla giovane attivista Greta Thunberg, che ora potrebbe essere candidata al Nobel per la pace, in difesa dell’ambiente. Il cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti e se non facciamo qualcosa arriveremo presto a un punto di non ritorno. La Voce della Dora ha raccolto le testimonianze di due studentesse che hanno abbracciato la causa e partecipato alla manifestazione.

<Sono sempre stata molto coinvolta nelle tematiche ambientali, manifestazione mi ha dato l’occasione di far valere la mia idea, e vedere le molte persone intorno a me che avrebbero partecipato, tra cui diverse amiche mi ha dato ancora più carica ed energia. – dice Roberta, laureata in Scienze naturali, che attualmente frequenta la magistrale di Biologia dell’ambiente – penso che questo sia un punto di svolta essenziale per i paesi, le persone hanno sottovalutato per anni il problema, ci voleva qualcuno, in questo caso una giovane ragazza, che sensibilizzasse l’opinione pubblica>.

<Greta è fantastica – aggiunge Chiara, laureata in ingegneria energetica, che ora sta proseguendo in magistrale nell’indirizzo di uso razionale dell’energia e termotecnica – è assurdo che una ragazzina di 15 anni abbia mangiato in testa a scienziati, adulti che non hanno avuto il coraggio di portare avanti un sogno, quello di salvare il pianeta, che ha lei. Ha fatto una cosa se vogliamo banale: andare a manifestare, sedersi davanti al parlamento svedese ogni venerdì, e da li è partito tutto il movimento. Il primo a parlare di questo tema era stato Aurelio Peccei, per altro un torinese, che prima degli anni 70 fondò il Club di Roma con altri scienziati. Pubblicarono “I limiti dello sviluppo” dove spiegavano, tramite dati scientifici, come lo sviluppo economico di stampo consumista non fosse sostenibile… forse se qualcuno ai tempi gli avesse dato retta ora non saremmo a questo punto>.

<Secondo me la gente si è mobilitata solo ora perché ora inizia a vedere gli effetti dei cambiamenti climatici – dice ancora Roberta – I continui eventi distruttivi, tornadi, inondazioni, così come i cambi di temperatura evidenti agli occhi di tutti>.

Poi conclude Chiara, sull’importanza della manifestazione <Molti pensano che sarà un problema delle generazioni future, ma non si tratta di 100 anni, sono 15 quelli che ci rimangono prima che la situazione diventi tragica e irreversibile, siamo nel pieno del problema. Io credo molto nelle manifestazioni, per sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche i nostri politici>.

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