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Condono o concordato?

Questo è il dilemma. Giudicate voi

È finalmente arrivato un altro bel condono. O meglio, non condono, bensì “concordato”.

Funziona così: se dal 2018 al 2022 hai evaso, te la cavi pagando una piccola aliquota (dal 10 al 15%) su un imponibile che spesso è solo del 5%. In più, se hai evaso nel 2020-21, altro taglio del 30%.

Per capirci: se nel 2021 hai evaso 100mila euro, paghi 350 euro e siamo amici come prima.

Chissà cosa ne penserebbero i lavoratori dipendenti che hanno votato la maggioranza di questo esecutivo se solo ne fossero consapevoli.

Veniamo alla cronaca:

La maggioranza di destra, d’accordo con il governo di Giorgia Meloni, prossimamente approverà una nuova versione del “concordato preventivo”, una misura che introduce rilevanti agevolazioni fiscali per gli evasori.

i riflettori sono tutti puntati sull’ok al condono per cinque anni d’imposta (dal 2018 al 2022) per circa 2,7 milioni di partite Iva che aderiranno al concordato preventivo biennale entro il prossimo 31 ottobre.

Il correttivo al decreto Omnibus (Dl 113/2024) fortemente voluto dai parlamentari di maggioranza (firmatari: Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia, Massimo Garavaglia della Lega e Dario Damiani di Forza Italia) incassa il via libera delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che hanno chiuso il provvedimento dove il Governo chiederà la fiducia. L’impatto complessivo è stimato in 986 milioni nel periodo 2025-2029.

Le coperture vanno a ridurre la disponibilità per altri fronti di intervento, come ad esempio una riduzione della pressione fiscale generalizzata. Per il resto l’impianto della sanatoria resta confermato, prevedendo un costo ultraridotto tra l’altro senza sanzioni e interessi. Il calcolo del maggior imponibile da sanare prevede una maggiorazione forfettaria che va dal 5% in più al 50% per i contribuenti caratterizzati da una maggiore inaffidabilità fiscale. All’imponibile ottenuto si applicherà un’imposta sostitutiva articolata su tre aliquote, come per i versamenti del concordato preventivo: 10, 12 e 15% a seconda se il contribuente sia considerato più o meno virtuoso. Con la possibilità di sanare anche l’Irap con un’aliquota unica del 3,9 per cento. E lo sconto diventa addirittura più sostenuto con un abbattimento del 30% per i due periodi più colpiti dalle restrizioni Covid: il 2020 e il 2021.

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