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COSA C’ENTRA CON NOI – presentazione del libro “Me lo ha detto il barbiere” di Salvatore Tripodi

Mi accomodo su una sedia colorata dopo alcune piacevoli chiacchiere, in attesa della presentazione, raccogliendo i primi sguardi curiosi che si dirigono verso il palco in cui, oltre a Salvatore Tripodi, autore del libro, si avvicenderanno musica ed emozioni per una bella storia di cambiamenti.

“Me lo ha detto il Barbiere” è incontri, narrazione, storiografia ma anche un bel modo per parlare di grandi e nuove sfide per la città di Torino.

Ogni capitolo è un appuntamento con qualcuno, è attesa e pazienza, perché, racconta l’autore, l’incontro con Pino il barbiere è nel suo negozio, mentre con discrezione si prende cura di ogni suo cliente, ne conosce le abitudini e le preserva. 

Circa vent’anni fa, un giorno del 2015 vicino a Natale, l’autore riceve dal personaggio un calendario, uno di quei presenti che i negozianti sono soliti regalare ai propri clienti affezionati e da lì, la volta dopo, il ricambiare, con un libro da leggere. Questo scaturisce l’incontro: “anche Pino ha una bella storia da raccontare”, dice la moglie al Tripodi, non immaginando che da lì a breve i due si sarebbero spesso incontrati con l’idea di scriverci su qualcosa.

Presentazione del libro “Me lo ha detto il barbiere” di Salvatore Tripodi

Dai loro colloqui nasce il racconto di una persona e del suo  percorso di individuazione, ma anche di chi intorno a lui gravita, della sua città, delle resistenze e dei capolarati, della vita che scorre curiosa e mai sazia.

Ma al di là del contenuto, che rimane interessante sia come punto di vista sui fatti, sia come spaccato di vita sociale ed economica di Torino e di San Donato, cosa può ancora raccontare di noi,  del nostro quartiere e delle persone che lo abitano?

Cosa c’entra con noi? Quali domande genera?

Tutte queste: cosa implica la voglia di riscatto di una terra martoriata che dona a Torino i suoi migliori giovani; che cos’è l’identità di un luogo, chi rappresenta la sua espressione; come non perdere la democrazia partecipata che accade nei piccoli negozi, dove il magistrato e la badante sono entrambi lì per farsi tagliare i capelli e non hanno ruoli e contesto.

E, cosa ancora più grande: in cosa scorre la passione di un buon maestro, il barbiere in questo caso, che tramanda un’eredità valoriale fatta di piccoli gesti, di commozione, di strumenti di conoscenza che trasportano emozioni.

E’ la storia di ciascuno di noi, di scelte e decisioni, di cambiamenti e scommesse, di desiderio.

Immaginate tutto questo in una sala con luci non invadenti, letture dal libro e  un delicato accompagnamento musicale.

Questo è accaduto ieri sera, 28 ottobre dalle 18 in Piazza dei Mestieri: San Donato incontra se stesso in un gioco di eterni ritorni, di vita e dinamismo, come, nei migliori momenti, questo Quartiere sa fare.

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