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Candidati: c’erano una volta i confronti

Lavinia Dellera

I confronti tra i candidati sono, da sempre nell’abecedario delle campagne elettorali, i momenti nei quali ciascuno offre sul tavolo del confronto il meglio del proprio programma, della propria idea di futuro e progresso, del proprio progetto. I  meno giovani ricordano quasi con nostalgia le  antiche tribune politiche trasmesse da un monopolio televisivo in bianco e nero, con i grandi della prima repubblica darsele di santa ragione tra sigarette e bicchieri d’acqua, mediati da giornalisti il più possibile imparziali e pungenti e, per questo, mai abbastanza rimpianti.

Oggi, i faccia a faccia si sono persi, in televisione soffocati probabilmente dalla par condicio che sotto i colpi delle sanzioni ha messo nelle condizioni chi deve agevolare l’informazione di considerare non più solo la qualità del dibattito ma la parità di secondo al lordo dei colpi di tosse. Non ci si confronta, e scontra, se non con stilettate in differita, Addio affondi appassionanti. Di dibattiti, resterebbero quelli live, organizzati dalle associazioni, dai cittadini, dai partiti, dai comitati di quartiere. Ed è proprio a  Collegno, dove si vota per il rinnovo del consiglio comunale e per l’elezione del Sindaco della Città, che i comitati di quartiere e i cittadini si sono molto attivati per conoscere i programmi dei quattro candidati.

Tre confronti in tutto, l’ultimo quello di mercoledì 22 a Villaggio Dora: invitati tutti i quattro contendenti, erano presenti solo Fabrizio Bardella del centrodestra e Francesco Casciano candidato della coalizione democratica del centrosinistra e sindaco uscente. Non pervenuti gli altri due, uno Anedda, ha fatto una sola apparizione su tre inviti l’altro, Andrea Di Filippo, mai si è presentato. Peccato, perché il confronto specie se chiesto dai cittadini è la prima espressione democratica di una campagna elettorale: non tengono le giustificazioni che vanno tanto di moda in questi tempi liquidi accampate da chi ritiene di non doversi presentare perchè teme di essere insultato; nemmeno, a dirla tutta regge la strategia per la quale chi è in vantaggio nei sondaggi, declina l’invito per non consentire all’altro di rosicchiare consenso.

Così mercoledì sera è andato in scena l’ultimo confronto a metà, vissuto appassionatamente dal candidato Casciano, che non solo è stato in grado di presentare un programma articolato basato sullo slogan coraggioso “Il cambiamento continua” ma che ha dimostrato di avere sulle dita la città, la storia, i problemi, le questioni che ai collegnesi stanno a cuore. Bardella ha presentato un programma elettorale che ha tra i suoi punti di forza la sicurezza della città. Ma Casciano è stato in grado di replicare alle idee avanzate dal candidato della Lega con puntualità, rispondendo che quanto viene proposto, ad esempio l’installazione di telecamere e di varchi in città, è già stato in parte realizzato con il progetto Collegno Si-Cura e in fase di conclusione con il nuovo programma elettorale che, se eletto, consentirà a Casciano di ultimare il cambiamento in atto. Ecco il significato dello slogan, apparentemente un ossimoro, ma in realtà la situazione vissuta da una città moderna.

Partecipare ai “faccia a faccia”, al confronto tra candidati specie quando si parla di realtà locali, è un dovere nei confronti degli elettori: è una risposta empatica, oltre che educata, a chi vuole che il proprio territorio e il proprio voto conti. Se vogliamo che la politica esca dall’on line e torni a essere carne e sangue, carne e sangue i candidati devono essere accettando la fisicità e lo scontro verbale, correndo il rischio di prenderle. In fondo, qual’è il fascino delle finali di coppa? Immaginiamo se uno dei due contendenti non si presentasse: che partita sarebbe?

Ieri sera Casciano ha assestato colpi ben piazzati sulla politica del centro destra di Bardella grazie alla complessità di quanto realizzato e di quanto si propone; ha sottolineato la vocazione di una città che fa scuola, che è attenta alla sostenibilità ambientale, alla viabilità alternativa: fa autocritica, perchè alcune cose potevano essere fatte meglio ma se la competenza è una grande qualità che i partecipanti al confronto hanno apprezzato, non trascurabile è quell’umiltà che fa del “primo cittadino” il padre della grande famiglia. Un uomo di cui fidarsi.

 

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